MUSEOvsDISABILITÀ

Il Museo è per tutti, e non solo deve accogliere tutti indistintamente, ma deve garantire le migliori condizioni psicofisiche dell’utenza. Per rendere il Museo concretamente accessibile ad ogni tipologia di pubblico, occorre innanzi tutto risolvere l’eventuale presenza di barriere architettoniche o, quantomeno, limitarne l’incidenza laddove certe caratteristiche strutturali dell’edificio (in particolare se edificio storico) rappresentano un ostacolo alla libera circolazione di tutte le persone. Si tratta, dunque, di annullare fin dove possibile il disagio dell’individuo, soprattutto con capacità motoria ridotta o impedita, sia questa in forma temporanea o permanente.

Il Museo si dovrebbe dotare di ulteriori requisiti per soddisfare le esigenze di chi soffre di una disabilità sensoriale (sordità e cecità), in quanto si definisce barriera architettonica anche la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque, ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

In Italia, ad esempio, sono tanti i Musei che potrebbero avere quella marcia in più, quella libertà di movimento negata a tanti disabili. Un esempio tra i tanti è Pompei per Tutti, il più grande itinerario facilitato di visita mai allestito all’interno di un’area archeologica, ma nonostante il grande progetto, il sito presenta ancora barriere che impediscono alle persone con disabilità il pieno accesso alle risorse culturali disponibili.

Se si decide di rendere accessibile un qualsiasi luogo, quest’ultimo deve esserlo fino in fondo, non solo per metà, come evidenziato nella pagina ufficiale:

“In alcuni tratti dei percorsi, le persone con difficoltà motorie su sedia a ruota possono incontrare difficoltà nel procedere autonomamente, per la presenza di punti critici per il transito, dovuti alla natura dell’area archeologica” (POMPEII).

Samantha Rita Leonardo, Exhibition Designer e Storica dell’arte, consegue all’Accademia di Belle Arti di Palermo la laurea di II livello in Progettazione degli Allestimenti Museali. Ha al suo attivo la partecipazione a diverse mostre, sia per quanto riguarda la mediazione culturale, sia per la progettazione e la realizzazione delle stesse. I suoi ambiti di attività scientifica e di ricerca, sono indirizzati entrambi verso nuovi orientamenti, museografici e museologici, legati alla disabilità in ambito museale.

Samantha Rita Leonardo

Samantha Rita Leonardo, Exhibition Designer e Storica dell’arte, consegue la laurea in Allestimenti Museali presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha al suo attivo la partecipazione a diverse mostre, sia per quanto riguarda la mediazione culturale, sia per la progettazione e la realizzazione delle stesse, tra cui: Julieta Aranda, As the Ground Becomes Exposed, presso la Galleria FPAC; Le Stanze d’Aragona. Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio, organizzata dalla Rizzuto Gallery; Manifesta 12 a Palermo - Renato Leotta “La notte di San Lorenzo”. I suoi ambiti di attività scientifica e di ricerca, sono indirizzati entrambi verso nuovi orientamenti, museografici e museologici, legati alla disabilità in ambito museale, ed inoltre all’arte contemporanea. Tra le sue pubblicazioni: diversi articoli per «Art-Exhibition.it»; il saggio - in abito sociale - dal titolo L’impatto dei social nella mente umana, in Moderne Sirene. Generazione social, edito da Scarenz; con Youcanprint ha pubblicato il catalogo della mostra "I Segni dell'Arte" di cui è stata anche curatrice.

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