Continua il nostro lungo percorso verso la scoperta dell’Arte al femminile. Come già detto nell’articolo Arte al femminile: Leonora Carrington, Remedios Varo e Leonor Fini, la storia dell’arte ha avuto in qualche modo sempre tendenze maschilistiche. Eppure il vasto patrimonio artistico, internazionale, è pieno di “donne” che si sono cimentate nel fare Arte.
La donna in campo artistico è rimasta per lunghi secoli “invisibile” fra le mura di casa, di un convento, dedita alle arti cosiddette minori. Di fatto, fino al Cinquecento, viene repressa e ignorata ogni loro aspirazione artistica. Solo nel XVI secolo, alcune artiste riescono a farsi conoscere al di là dei confini cittadini, imponendosi addirittura in abito internazionale.
Ricordiamo, Marietta Robusti, primogenita del Tintoretto, che lavorò per quindici anni nella bottega del padre dimostrando un’abilità sorprendete, divenendo famosa presso la società veneziana ed i suoi nobili, che consideravano un privilegio farsi ritrarre dalla maestria di questa artista.
Sofonisba Anguissola, ritrattista ufficiale dal 1559 al 1580 presso la corte di Filippo II re di Spagna, che grazie al padre, uomo liberale e appassionato di pittura, ebbe l’opportunità di entrare in contatto con Michelangelo Buonarroti, a cui aveva inviato dei disegni.
Fra i disegni spiccava l’opera Fanciullo morso da un granchio, dove si coglie l’espressione del doloro infantile. Smorfia di dolore, fermata da Sofonisba, che ritroviamo nell’opera Fanciullo morso da un ramarro del grande Caravaggio.
Dalla seconda metà del Cinquecento in poi, soprattutto in Italia, si assiste alla nascita delle “grandi” Accademia d’Arte, nell’ambito della cultura umanistico rinascimentale, che come già detto altrove:
“vi prendono parte gruppi di intellettuali dediti agli studi filosofici e letterari, alla pratica delle arti e, in seguito, alla ricerca scientifica. Insieme alle corti, e spesso in alternativa alle Università, le Accademie si rivelano presto istituzioni vivaci e fondamentali per la diffusione della cultura” (in ROTOLO, P., L’Accademia di Belle Arti di Palermo e le sue collezioni. Progetto di allestimento museografico, Aracne editrice, Roma, 2022.)
Sarà a Firenze, per volere di Giorgio Vasari, che sarà fondata la prima Accademia del Disegno (1563). Ma solo nel 1616, vi fu ammessa la prima donna: Artemisia Gentileschi.
Artemisia Gentileschi, massima esponente del Seicento, ha soli dodici anni aveva dimostrato il suo spiccato talento pittorico. Prima del suo ingresso in Accademia dipinse “Giuditta che decapita Oloferne”, rievocando il cruento episodio biblico trattato anche da Caravaggio. Il capolavoro è, a tutti gli effetti, il manifesto per antonomasia contro le violenze che le donne hanno subito lungo i secoli. Di fatto Artemisia Gentileschi e i suoi capolavori sono spesso assunti, quale simbolo del femminismo del XX secolo. Il dipinto esprime le straordinarie doti pittoriche dell’artista, violentata dal maestro Agostino Tassi a soli diciotto anni.
Se il Seicento vede la Gentileschi come sua massima esponente, nel Settecento appare la figura della veneziana Rosalba Carriera, straordinaria ritrattista in cui dimostrò grande versatilità e finezza descrittiva nell’introspezione psicologica dei personaggi rappresentati. Ebbe una fama internazionale, dividendo la sua esistenza tra Venezia e Parigi.
Tra il Settecento e l’Ottocento, spiccano le figure della svizzera Angelica Kauffmann e la francese Marie-Guillemine Benoist.
La prima, famosa e carica di riconoscimenti accademici, fece scandalo per alcuni suoi disegni di nudi maschili ritratti dal vero; la secondo, allieva del grande pittore David, si batté per l’abolizione della schiavitù anche attraverso i suoi lavori, carichi di simbolismo, come Ritratto di donna nera.
Ma sarà con il rinnovamento artistico del XIX secolo, che le artiste donne iniziano ad imporsi. Della corrente Impressionista fanno parte: Mary Cassat, Berthe Morisot, Suzanne Valadon ed Eva Gonzales.
Mary Cassat pittrice statunitense, vissuta per molto tempo in Francia, amica e allieva di Degas, realizzò molti dipinti che ritraggono la vita sociale e privata delle donne della sua epoca, ponendo una particolare attenzione all’intimo legame che si realizza tra le madri e i loro bambini.
Berthe Morisot, bellissima modella e prima donna ad unirsi al gruppo dei grandi maestri francesi dell’Ottocento, contribuì all’organizzazione della prima collettiva parigina per sole donne: il Salon des Femmes.
Libera e spregiudicata, Suzanne Valadon, modella e amante di Toulouse-Lautrec, anticipo i forti contrasti di colore tipici dell’espressionismo. La sua pittura è estremamente realistica nell’ambientazione.
Eva Gonzales, di origine spagnole, fu molto apprezzata dal gruppo impressionista. Le sue doti rimasero poche conosciute per la sua morte prematura.
Il rinnovamento imposto nell’arte dell’Ottocento, si afferma ancor di più nel Novecento. Rinnovamento radicale della pittura, avvenuto attraverso la diffusione delle avanguardie storiche a cui parteciparono molte artiste di talento, sebbene abbiano spesso assunto il ruolo marginale di compagne o muse ispiratrici di grandi maestri.
Accade a Gabriele Munter (compagna del pittore Kandinskij), Marie Laurencin (compagna del poeta Apollinaire), Leonora Carrington (compagna del pittore Ernst), Frida Kahlo (compagna di Diego Rivera), Jeanne Hébuterne(compagna del pittore Modigliani). Molte delle quali poi si imposero per la loro arte, abbandonando quello “spirito” di musa ispiratrice.
Un legame intenso, una grande storia d’amore e di pittura, che va oltre la morte.
Paolo Rotolo, Exhibition Designer e storico dell’arte, laureato in Allestimenti museali presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, ha al suo attivo la partecipazione e la realizzazione di diverse mostre, si citano: Julieta Aranda, As the Ground Becomes Exposed, presso la Galleria FPAC; Le Stanze d’Aragona. Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio, organizzata dalla Rizzuto Gallery; Manifesta 12 a Palermo – Renato Leotta “La notte di San Lorenzo”. Si occupa dei nuovi orientamenti e delle linee di ricerca emergenti nel campo della museologia e della museografia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni: diversi articoli per Art-Exhibition.it; e per la rivista Nuova Museologia diretta da Giovanni Pinna l’articolo scientifico dal titolo, Nuovo allestimento del Museo Archeologico di Palermo. E’ in corso di pubblicazione, con Aracne Editrice – collana riflessi in Elicona, il saggio scientifico dal titolo L’Accademia di Belle Arti di Palermo e le sue collezioni. Progetto di allestimento museografico.